martedì 27 marzo 2012

Lezioni di giornalismo (30) - Devi verificare una notizia? Usa il dizionario o cerca su Internet

In questo post avevo segnalato che l'uso del termine "marò" non è appropriato nel caso dei due Fucilieri di Marina arrestati in India perché, sulla scorta della mia esperienza di servizio militare in Marina, mi risulta che il termine marò sia una forma colloquiale per definire i marinai semplici senza specializzazioni (e, nel Battaglione San Marco, le reclute).

Due colleghi, autorevolmente, mi hanno replicato uno che il dizionario Hoepli prevede la definizione "Marò = marinaio del Battaglione San Marco" (definizione che in base alla mia esperienza è parzialmente giusta ma incompleta) e l'altro che il termine compare (una volta) nel sito del Battaglione San Marco.

A parte che entrambe le osservazioni non smentiscono quella che è la mia esperienza diretta di ex marinaio, dalle risposte risulta questo: "se devi verificare una notizia, il vero giornalista non telefona al Battaglione San Marco per sentire come stanno le cose, bensì consulta il dizionario o fa una ricerca online".

Insomma, è possibile che il termine "marò" in ambito militare oggi sia usato in modo più esteso rispetto a quando ho fatto il militare io. Però resta il fatto che continuare a chiamare "marò" i due militari italiani arrestati in India è come chiamare "praticanti" due giornalisti professionisti: anche quest'ultima definizione, in senso stretto, può essere considerata esatta, visto che molti giornalisti professionisti sono stati praticanti, nelle redazioni ci sono praticanti che fanno lavoro di giornalista, e il giornalista è un mestiere in cui c'è sempre da imparare. :-)

domenica 11 marzo 2012

Ho comprato il Kindle. Meglio della carta.

Dopo molte indecisioni, dovute più che altro alla grande prudenza nelle spese determinata dalla perdurante crisi economica mondiale, e la costante diminuzione del reddito che per vari fattori ho subito a partire dal 2003, mi sono deciso e ho comprato il Kindle, l'e-book reader di Amazon. Il Kindle è un e-book reader, ma anche un distributore automatico di libri sempre accessibile, e uno dei miei timori è quello di trovarmi ad acquistare troppo liberamente libri che poi non leggerò mai.

Conoscevo già l'aggeggio, per averne seguito la nascita e averne letto molto nel corso degli anni. Ma l'esperienza diretta è spesso molto più interessante di quella raccontata.

Pur essendo il modello da 99 euro, quello più economico della gamma e l'unico in vendita in Italia, trovo che sia un prodotto eccellente. Manca dell'eleganza estetica Apple (che è sempre un valore aggiunto importante e ingiustamente sottovalutato dai suoi critici), ma è comunque un prodotto che ha una sua bellezza, è molto ben progettato, facile da usare, semplice e intuitivo.

In dieci minuti, dall'apertura del pacco, leggevo già il mio primo libro.

Caricare libri è molto semplice, inoltre c'è una grande disponibilità di classici gratuiti in varie lingue, sia sul sito Project Gutenberg (oltre 50 lingue), Liber Liber (italiano) e altri siti, oltre ad Amazon stesso.



Il Kindle ha anche dei limiti. Uno importante è che penalizza fortemente i libri illustrati, perché il monitor è in condizione di rappresentare solo il bianco e nero, quindi la qualità delle immagini è quella delle foto della stampa quotidiana di qualche anno fa. Si tratta di problemi tecnologici per cui non è ancora in vista una soluzione economica ed efficace, almeno se si vuole una superficie riflettente come la carta e non retroilluminata. Il vantaggio del Kindle (importante per me che vivo al mare) è che si può leggere molto bene anche in pieno sole, mentre nelle stesse condizioni tablet e computer sono illeggibili. L'assenza di retroilluminazione si traduce anche in una lunga durata della batteria, altro fattore importante in un lettore portatile.

Più comodo dei libri di carta
Un dato molto importante a mio parere: la comodità. Una volta presa la manualità necessaria (abituarsi a premere il pulsante per cambiare pagina) leggere con Kindle è più comodo e agevole che con la carta: L'oggetto è piccolo e sempre ugualmente maneggevole, mentre i libri sono di peso e formato molto variabile, e più sono belli più sono pesanti. Inoltre, secondo me, il Kindle affatica di meno l'occhio, perché aprendo il libro la pagina di carta è spesso curva e, se patinata, più spesso ha riflessi fastidiosi. Lo schermo del Kindle è anch'esso riflettente, ma, essendo piatto, basta cambiare leggermente l'angolo per eliminare tutti i riflessi.

Tra l'altro, leggere sul Kindle è come leggere un libro con tutte le pagine a destra e notoriamente, almeno nella prima metà del libro, la pagina destra è più agevole da leggere rispetto alla sinistra.

In tre giorni, nei ritagli di tempo, ho letto un libro sul pranayama scaricato da Amazon, ho riletto Michele Strogoff (in traduzione inglese, perché la traduzione italiana è a pagamento), sto rileggendo Psmith Journalist di PG Wodehouse e Sadhana di Rabindranath Tagore (questi due scaricati da Project Gutenberg).

Consigli e problemi
Insomma io lo consiglio, soprattutto se si vogliono leggere classici e libri gratuiti in lingua straniera. I libri commerciali disponibili su Kindle sono molti, in genere costano meno del cartaceo ma molti editori, secondo me per miopia, avidità e anche per tutelare lo status quo di stampatori e distributori, spesso fanno sconti insufficienti. Siccome in Italia carta, stampa, confezionamento e distribuzione del cartaceo pesano intorno al 50-60% rispetto al prezzo di copertina, e la produzione di ebook è commercialmente meno rischiosa di un libro cartaceo, lo sconto dell'ebook dovrebbe essere, in generale, non inferiore al 60% del prezzo di copertina del cartaceo.

I problemi di lungo periodo sono: come cambierà la gestione della libreria personale e familiare nell'arco di dieci o venti anni? Con tutte le informazioni sulle abitudini di lettura che un sistema così centralizzato come quello di Amazon raccoglierà nel tempo, cosa succederà nel rapporto fra editori, distributori, autori e lettori? Come cambieranno i termini di pagamento del libro?

Il futuro della carta

I libri di carta probabilmente avranno ancora molti anni di vita, in particolare (secondo me) i due estremi: da una parte i tascabili molto economici, e dall'altra parte  i libri illustrati di formato grande e medio grande, e le edizioni in cui la qualità tipografico-editoriale è importante. Per capirci: chi vuole rileggersi I Promessi Sposi si cercherà una copia digitale gratuita; chi vuole leggere un best seller recente si comprerà la copia digitale. Ma dovrebbe restare un mercato per un'edizione critica dei Promessi Sposi impostata filologicamente e con illustrazioni ricercate, a meno che non nascano in futuro degli ebook reader di grande formato, a colori, per uso domestico, ma per il momento ne dubito. Dovrebbe restare un mercato anche per i libri da viaggio e da svago di costo basso e non impegnativi.

mercoledì 7 marzo 2012

Lezioni di Giornalismo (29) - Usa i termini pittoreschi come marò fino allo sfinimento

Un vero giornalista italiano, quando incappa in un termine pittoresco o bizzarramente suggestivo, lo usa fino allo sfinimento senza verificare il significato.

È il caso di "marò", termine colloquiale usato insistentemente a sproposito da telegiornali, radio nazionali e testate varie, dall'autorevole Corriere della Sera in giù.

Il marò, nella Marina Militare italiana, è il marinaio semplice senza specializzazioni e, nel caso del Battaglione San Marco e di altri corpi speciali della Marina, la recluta. Secondo voi nelle missioni all'estero mandano le reclute e nelle missioni antipirateria mandano i marinai senza specializzazioni?

Quindi chiamare  insistentemente "marò" i due Fucilieri di Marina arrestati in India (ovvero due sottufficiali con almeno due anni di addestramento e probabilmente almeno un anno di servizio attivo)  è appropriato come chiamare due giornalisti professionisti "praticanti" per darsi un tono di conoscere l'ambiente.

Ovvero, è una autentica stupidaggine.