giovedì 30 dicembre 2010

Lezioni di giornalismo (25) - I guru non si correggono mai

Umberto Eco è una specie di Papa laico per cui è pericolosissimo criticarlo. Però quando parla di nuove tecnologie, lui che è stato un pioniere della televisione italiana (ha lavorato in Rai negli anni cinquanta), o dice banalità oppure prende vere e proprie cantonate.

Le banalità possono essere utili a fini divulgativi per raccontare, ad esempio, Internet ai suoi coetanei e a chi è ancora dalla parte sbagliata del digital divide (o la parte giusta, se si pensa a quanti uomini di potere in Italia disdegnano l'uso del computer e nutrono diffidenza per Internet).

Le cantonate invece dovrebbero essere individuate e corrette, prima della pubblicazione, da qualche solerte redattore che avrebbe il dovere di segnalarle e discuterne con il Grande Autore.

Per esempio sull'Espresso del 6 gennaio ora in edicola, Umberto Eco parla con apparente profondità del fenomeno Wikileaks.

Apparente perché enumera alcune osservazioni banali per chi segue la rete da anni, ma magari utili ai fini divulgativi ecc. ecc. Per esempio si autocita scrivendo "avevo tempo fa scritto che la tecnologia procede ormai a passo di gambero, cioè a ritroso. Un secolo dopo che le comunicazioni erano state rivoluzionate dal telegrafo senza fili, Internet ha stabilito un telegrafo su fili (telefonici)".

I redattori dell'Espresso e molti illustri coetanei di Umberto Eco - per esempio, con qualche anno di più o di meno Eugenio Scalfari, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi - probabilmente restano a bocca aperta di fronte a una simile osservazione.

Evidentemente non sanno che Nicholas Negroponte aveva detto qualcosa di analogo una quindicina di anni fa (ma in forma di previsione, non in forma di osservazione del senno di poi). Infatti si parlava di "Negroponte's switch", il processo per cui le comunicazioni telefoniche sarebbero passate al wireless, mentre le comunicazioni radio e tv sarebbero passate al cavo. Probabilmente un redattore più attento o più coraggioso avrebbe suggerito a Umberto Eco di modificare il passaggio o di sopprimerlo del tutto, insieme a quel che segue.

Arriva infatti adesso il vero e proprio svarione: Le videocassette (analogiche) avevano permesso agli studiosi di cinema di esplorare un film passo per passo, percorrendololo avanti e indietro e scoprendone tutti i segreti del montaggio, mentre ora i cd (digitali) permettono solo di saltare per capitoli, e cioè solo per macroporzioni.

A parte il fatto che uno "studioso di cinema" sufficientemente motivato e amico di qualche casa di produzione aveva a disposizione la moviola anche prima dell'invenzione della videocassetta, ecco gli errori che un bravo redattore avrebbe dovuto segnalare e correggere:

  1. I cd (compact disc) sono digitali sin dai tempi della loro introduzione, nel 1979. Hanno inoltre sostituito i dischi in vinile e le cassette audio per la musica e non le videocassette. Vero che possono essere usati come supporti anche per filmati digitali, ma la digitalità del cd non è una novità recente. 
  2. I supporti che hanno sostituito le videocassette sono i dvd (digital versatile disc) e non i cd. 
  3. Contrariamente a quanto detto, i filmati digitali (siano essi registrati su dvd, su cd, hard disk, chiave usb o su altro supporto ottico o magnetico) possono agevolmente essere esaminati "passo per passo, percorrendoli avanti e indietro per scoprirne tutti i segreti del montaggio", in modo anche più agevole delle videocassette. Se alcuni dispositivi di lettura eventualmente non possono farlo, è per limiti particolari di quei particolari dispositivi.


Insomma, l'iconoclasta tesi che la tecnologia vada a passo di gambero (intellettuale variante del tradizionale luogo comune degli anziani: "il mondo va all'incontrario, invece di andare avanti andiamo indietro") si affloscia su due esempi non proprio centrati: la presunta controrivoluzione del telegrafo-senza-fili-nuovamente-con-i-fili e i "cd video" che sarebbero "esplorabili" per macroporzioni mentre le videocassette erano meglio.

1 commento:

mnz ha detto...

Insomma, si stava peggio quando si stava meglio. Alla faccia degli integrati; ma anche alla faccia degli apocalittici.