domenica 31 ottobre 2010

Anatomia della Social Card

La semi-dimenticata "Social Card", definita più sobriamente Carta Acquisti dal Ministero delle Finanze, è un buon esempio di iniziativa sociale ad alto contenuto propagandistico. Lanciata con grande battage nel 2008, ha queste caratteristiche dal punto di vista mediatico:
  • Si presta a una comunicazione facile e comprensibile: "uno strumento per aiutare i poveri"
  • È marchiata "MasterCard" e "Poste Italiane"
  • È accessibile solo su richiesta e solo da una piccola parte della popolazione: pensionati ultrasessantacinquenni al di sotto di una certa fasca di reddito e bambini inferiori a tre anni con genitori al di sotto di una certa fascia di reddito. Quindi i costi effettivi dell'operazione sono inferiori a quelli dell'apparente vantaggio sociale
  • Comporta costi di gestione che vanno a favore di due entità importanti: la rete interbancaria e le poste.
In pratica la grande visibilità in occasione del lancio dello strumento, unita alla relativa difficoltà di ottenerla, rende la Social Card un eccellente spot pubblicitario per il circuito Master Card e per le attività finanziarie di Poste Italiane unito al finanziamento dei costi di gestione relativamente bassi. Infatti, almeno nel caso dei pensionati ultrasessantacinquenni, esisteva un'alternativa semplice e pratica per dar loro 40 euro al mese, senza i costi di gestione di una "carta acquisti": aumentare semplicemente la pensione.

Come nel caso degli incentivi per il digitale terrestre, grande fanfare e finanziamenti pubblici con ricaduta di vantaggi pubblicitari, propagandistici e operativi per alcuni operatori privati o semipubblici.

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