sabato 26 giugno 2010

Occhio allo spot... ma l'agenda la detta l'informazione

Qui si fa una giusta critica di comunicazioni pubblicitarie sessiste, ricche di immagini ammiccanti, soft-porno e non lusinghiere nei confronti della figura sociale della donna. Occorre però fare un paio di osservazioni:

1. NON è vero che la pubblicità sia all'avanguardia dell'osceno: in fatto di soft-pornografia la pubblicità è al rimorchio di stampa e tv generalista: infatti sin dagli anni 80 le copertine di Panorama erano ben più esplicite di questa campagna stampa. Per non parlare di quel che si vede in TV nelle reti "per famiglie". Sono TV e informazione che dettano l'agenda, cercando spesso il minimo comun denominatore per raggiungere il pubblico più ampio, ovvero sesso, pettegolezzi e violenza.

2. Occorrerebbe inserire nel curriculum scolastico anche la "comprensione e decodifica dei Media", a partire dalle scuole elementari.
L'informazione è spesso più ingannevole della pubblicità tradizionale che, almeno, ha il pregio di essere esplicita e di avere un committente chiaramente identificato. Di fronte alla pubblicità solo i più ingenui non si rendono conto che è un messaggio di parte e quindi va sempre esaminato criticamente. Di fronte ai Telegiornali moltissimi spettatori sono totalmente indifesi.

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