mercoledì 26 novembre 2008

L'estensione del copyright a 95 anni: qui topo ci cova.

L'estensione del copyright fino a 95 dopo la morte dell'autore tutela una manciata di eredi di scrittori milionari, e soprattutto gli interessi di grandi case editrici, musicali e cinematografiche.

Mio padre ha scritto diversi libri, da cui ha tratto a suo tempo un modesto arrotondamento dello stipendio e una certa fama nel suo settore professionale. Attualmente l'eredità dei suoi diritti è rappresentata da un periodico estratto conto da una delle sue case editrici (la più seria, probabilmente) e alcune incombenze burocratiche per pochi euro e qualche centesimo. Fra ottant'anni gli eredi (se i nostri figli si sposano e hanno due figli a testa) dovrebbero essere una ventina di persone che probabilmente non si conosceranno nemmeno (in 95 anni ci passano almeno 4 generazioni: provate a guardare indietro 95 anni nella vostra famiglia: chi li conosce i cucini di primo e secondo grado del bisnonno? Chi li conosce tutti i suoi pronipoti?).

Se tra 70 anni mio pro-nipote trovasse un libro del trisnonno e decidesse di pubblicarlo gratuitamente sulla Internet del futuro, con chi dovrebbe fare la trattativa per ottenere i diritti? Con "x" cugini sconosciuti? Con gli eredi di un piccolo editore che magari ha chiuso quaranta anni prima?

L'estensione dei diritti a 95 anni serve quasi unicamente agli eredi di Oscar Wilde, Luigi Pirandello e Walt Disney. E molto di più alle grandi case editrici che hanno interesse a mantenere loro l'esclusiva per altri anni.

Guarda caso negli Usa e successivamente in Europa l'estensione dei diritti d'autore ha sempre avuto luogo, oggi come nei passati decenni, in prossimità della scadenza dei diritti dei primi cartoni animati di Topolino, Mickey Mouse. Una coincidenza?

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